Lavatevi le mani: il coronavirus può sopravvivere sulla pelle nove ore
Secondo un nuovo studio appena pubblicato da ricercatori giapponesi il nuovo coronavirus può persistere sulla pelle umana molto più a lungo di quanto possano fare i virus influenzali. Secondo lo studio, Sars-CoV2 è rimasto vitale su campioni di pelle umana per circa 9 ore. Al contrario, un ceppo del virus dell’influenza A è rimasto vitale sulla pelle umana per circa due ore. Entrambi i virus sono stati rapidamente inattivati grazie al disinfettante per le mani (da qui l’importanza, ribadita ancora una volta, di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o, quando non è possibile, con il disinfettante).«Questo studio mostra che rispetto all’influenza Sars-Cov-2 può trasmettersi più facilmente attraverso il contatto perché resta in modo più stabile sulla pelle umana» hanno scritto gli autori ella ricerca appena pubblicata sulla rivista Clinical Infectious Diseases.
Le altre superfici
All’inizio della pandemia un gruppo di ricercatori americani ha studiato per quanto tempo Sars-CoV-2 poteva permanere sulle superfici scoprendo che rimaneva fino a 4 ore sul rame, fino a 24 ore sul cartone e fino a tre giorni su plastica e acciaio. Con il passare del tempo calava anche la carica infettante, in modo differente a seconda della superficie. Tuttavia, per ragioni etiche, esaminare per quanto tempo il virus può persistere sulla pelle umana è più complicato: non sarebbe accettabile spruzzare virus potenzialmente letale sulle mani delle persone per calcolare quanto tempo si mantiene. Quindi, per questo nuovo studio, i ricercatori, dell’Università di Medicina della Prefettura di Kyoto in Giappone, hanno creato un modello di pelle utilizzando campioni di pelle umana ottenuti dalle autopsie. I campioni sono stati raccolti un giorno dopo la morte. Gli autori hanno fatto notare che anche 24 ore dopo la morte, la pelle umana può ancora essere utilizzata per gli innesti cutanei, il che significa che mantiene gran parte delle sue funzioni . Per questo gli scienziati hanno concluso che i campioni raccolti erano adatti all’esperimento.