Gabriella Aglianò ha 51 anni e abita in provincia di Catania. Si è ammalata di Covid-19 il 13 marzo ed è stata in ospedale 39 giorni con diagnosi di polmonite interstiziale bilaterale. È tornata a casa il 21 aprile dopo i due tamponi negativi (che servono a decretare la non contagiosità e la guarigione), ma ancora adesso, a distanza di ben cinque mesi dal giorno dell’esordio dei sintomi, non si sente “guarita”. «Ho una grande stanchezza, sto sdraiata perché mi affatico, ho dolori articolari, perdo i capelli a mazzi, tanto che non volevo più pettinarmi – ci racconta al telefono -. Ho anche avuto un’eruzione cutanea alla gamba destra. Mi danno fastidio i suoni, le luci e i rumori, ma soprattutto non tengo a mente quello che mi dicono, cancello tutto subito. Si figuri che quando sono tornata ho chiesto se avessero cambiato i mobili: non riconoscevo più casa mia».
Stanchezza e perdita di memoria
Gabriella è stata in ospedale, ma anche chi “si è fatto la malattia a casa” (più o meno grave) può avere problemi “post-Covid” che si protraggono per mesi. Valentina ha 45 anni, il 13 marzo ha iniziato con la febbre che le è durata più di un mese. Quando si è presentata a Milano in Pronto Soccorso con febbre a 40 non aveva la polmonite e l’hanno rimandata a casa: «Non c’era posto, ho visto la gente morire lì, in sala d’attesa». Dopo un mese, e giorni di febbre alta passati da sola sdraiata a terra per la paura di cadere e svenire, è andata a fare i due tamponi di controllo che sono risultati negativi, ma la febbre c’era ancora e la sera saliva fino a 38. E ora che siamo in agosto come si sente? «La febbre e le bolle sulla pelle sono rimaste fino a luglio. Ho iniziato anche a perdere i capelli. Mi sono svegliata e avevo le ciocche a terra. E poi la stanchezza: anche in vacanza con mio figlio sono stata tre settimane sdraiata. E la memoria: mentre leggo, le parole mi sfuggono, non ricordo i concetti e quindi ci rinuncio. Per lavorare (Valentina fa l’architetto, ndr) devo rileggere continuamente. Mi confondo, prima avevo una buonissima memoria».