Positivi a Sars-CoV-2 ma senza sintomi: quanti sono? E, soprattutto, in che misura possono contagiare altre persone? Il dibattito sui soggetti apparentemente sani ha preso quota dopo le parole di Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della sanità. Pochi giorni fa, durante un briefing a Ginevra, ha detto che «è molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus». La frase ha scatenato reazioni a non finire, a partire dalla richiesta di chiarimenti e prove scientifiche a supporto. L’epidemiologa americana ha poi precisato che si riferiva a pochi dati pubblicati e che quella sugli asintomatici è «una domanda ancora aperta».
Quattro categorie
«Premesso che non abbiamo studi conclusivi sul ruolo degli asintomatici nella diffusione dei contagi, è fondamentale distinguere quattro categorie — precisa Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid della Regione Liguria —: le persone positive che non hanno assolutamente nulla (asintomatici puri o portatori sani, probabilmente poco contagiosi perché hanno una bassa carica virale); i soggetti in fase in incubazione, che svilupperanno i disturbi nel giro di pochi giorni; i sintomatici lievi, senza febbre, tosse, difficoltà respiratoria, ma magari con una leggera congiuntivite; coloro che hanno avuto la malattia e risultano positivi, ma sono clinicamente guariti. Tra queste tipologie, quelle più a rischio di contagio sono la seconda e la terza: i pre-sintomatici e i sintomatici lievi, questi ultimi possono facilmente passare inosservati. Ma il referto del tampone sarebbe uguale in tutti e quattro i soggetti: positivo».