Sars-Cov-2 e influenza: una combinazione che, nel prossimo autunno-inverno, potrebbe provocare «danni incalcolabili». Claudio Cricelli, presidente Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie) riassume cosi una preoccupazione crescente nella comunità scientifica. Tanto che la Simg ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Salute Speranza, destinandola per conoscenza anche al direttore dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, ai governatori delle Regioni e agli assessori alla Sanità. La richiesta: procedere in maniera massiccia alla vaccinazione anti-influenzale.
Sintomi molto simili
Un eventuale ritorno di Sars-Cov-2 potrebbe confondersi con l’epidemia influenzale ed è fondamentale che le categorie a rischio si proteggano, conferma Stefano Vella, infettivologo e docente all’Università Cattolica di Roma. «Si tratta di due patologie con sintomi molto simili, almeno all’inizio: è importante quindi la vaccinazione, sia per la protezione che offre sia per permettere una diagnosi più facile. Questo secondo me dovrebbe riguardare tutti, anche i bambini, ma a maggior ragione i pazienti più a rischio, come chi ha già una patologia grave». Il virus, spiega Vella, non si è indebolito: «Anche nella fase 2 dovranno essere rispettate con rigore le misure di distanziamento sociale. Covid-19 è una malattia poco prevedibile, in un certo senso “imprecisa”: nel 50% dei casi è asintomatica, nel 30% è caratterizzata da un decorso lieve moderato. Ma il 15-20% dei pazienti presenta una sindrome acuta respiratoria grave, talvolta con necessità di ricovero in terapia intensiva».