Niente strette di mano, baci, abbracci. In tempi di coronavirus è meglio salutarsi mantenendo una certa distanza. In Francia il ministro della Salute Olivier Veran ha ammesso che l’epidemia è entrata in una nuova fase, raggiungendo lo stadio 2: «Il virus circola sul nostro territorio e dobbiamo frenarne la diffusione». Ha quindi raccomandato di evitare le strette di mano, una misura importante — ha sottolineato — al pari di lavarsi bene le mani e starnutire coprendosi bocca e naso con l’avanbraccio. Tra le misure precauzionali decise c’è anche la chiusura di molte scuole, come in Italia.
Carica virale scende
È utile la raccomandazione del ministro francese della Salute, che ha “vietato” le strette di mano? «Il concetto non è sbagliato, ma è sempre consigliabile evitare allarmismi eccessivi per la popolazione — risponde Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi —. Le mani sono senza dubbio una via indiretta di trasmissione del virus, anche a livello ospedaliero, di conseguenza è determinante la massima attenzione all’igiene: le mani vanno lavate spesso con acqua e sapone (o soluzioni alcoliche) ed è bene che entrino il meno possibile in contatto con occhi, bocca e naso. È però giusto sottolineare che da quando avviene l’emissione delle goccioline da parte del soggetto sintomatico, attraverso tosse o starnuti, c’è via via una riduzione della carica virale, già a partire dai primi minuti, che rende meno efficace l’infezione. In altri termini, perché un soggetto venga contagiato serve una quantità di virus adeguata, che può venire a mancare quando passa del tempo tra l’emissione di saliva o muco e il contatto con un’altra persona (per esempio tramite le mani o superfici di vario genere). Alcuni studi indicano che questo dipende anche dalle condizioni ambientali: con temperature basse e umidità elevata il microrganismo ha una resistenza maggiore».