Archive for September 30, 2019

Tumore al polmone: la chemio messa da parte, ma qualche volta ritorna

Tumore al polmone metastatico. Si ha l’impressione che la chemioterapia, per la cura di questa malattia, sia sempre più costretta in un angolo per lasciare spazio ai nuovi farmaci immunoterapici. Ma, in qualche caso, la storica chemio si può anche «reinventare» come quando si propone «a piccole dosi» per controllare, sempre tumori al polmone, ma in pazienti fragili. Ecco in sintesi i risultati di alcuni studi presentati a Barcellona al Congresso dell’European Society of Clinical Oncology (Esmo) su uno dei tumori più frequenti, i cui casi stimati per il 2019 in Italia sia aggirano attorno ai 42.500, in diminuzione fra gli uomini e in crescita fra le donne.

Neoplasie non a piccole cellule

Gli studi di cui parliamo si concentrano sui tumori cosiddetti non a piccole cellule (che rappresentano l’85 per cento di tutti i casi) metastatizzati, gravi, che, come si può ben capire, non è facile tenere sotto controllo. «Con la comparsa dei farmaci immunoterapici che funzionano “sbloccando” quei freni che impediscono al sistema immunitario di riconoscere un tumore e di aggredirlo, si è cominciato a pensare a un loro possibile utilizzo anche nel controllo dei tumori metastatici, con l’obiettivo di verificare se l’immunoterapia poteva scavalcare il ruolo storico della chemio» dice Filippo de Marinis, direttore della Divisione dell’oncologia toracica all’Istituto Europe di oncologia (Ieo) di Milano.

In Danimarca medici e pazienti felici (grazie a un welfare che funziona)

Quando si dice welfare, anche se il termine è inglese, il pensiero corre ai Paesi scandinavi che del motto «assistiti dallo Stato dalla culla alla tomba» hanno fatto il loro modo di vivere. «Posso confermare: in Danimarca in tutti i settori pubblici, sanità compresa, la tutela è garantita. E l’etica del lavoro si tocca con mano. Negli ospedali nessuno, dal primario all’infermiere, timbra alcunché né quando entra, né quando esce. I miei colleghi danesi si stupivano del mio stupore: “A che cosa serve un timbro? Certifica che sei presente, non che stai lavorando. È un trucco per fannulloni”». Venerino Poletti, classe 1956, presidente della Società italiana di pneumologia ospedaliera (Aipo), direttore del Dipartimento Toracico della Usl di Romagna è un singolare pendolare perché dal 2015 passa parte del suo tempo in Danimarca , dove è docente di Medicina respiratoria e Allergologia all’Università di Aarhus , la seconda città del Paese dopo la capitale, Copenaghen.

Che cos’ha di diverso l’organizzazione sanitaria danese rispetto alla nostra?
«Tanto per avere un’idea qui non esistono codici bianchi in Pronto soccorso. Il cittadino in caso di bisogno si rivolge al medico di famiglia e, se quest’ultimo è in ferie o non è di turno – tenete presente che qui vacanze, tempi di riposo e per la famiglia sono presi sul serio quanto il lavoro -, al collega che lo sostituisce o alla Guardia medica, che è in funzione dalle 16 alle 8 di mattina quando gli studi dei medici di base sono chiusi».

Che cos’è la terapia del dolore? Sul «Corriere Salute» in edicola oggi

Pubblichiamo in anteprima una parte dell’articolo in uscita sul nuovo «Corriere Salute» (in edicola gratis giovedì 26 settembre) dedicato alla terapia del dolore: spesso confusa con le cure palliative, si tratta di un insieme di interventi per chi soffre (a causa di mal di schiena, cefalee, artrosi o altro). È garantita gratuitamente dal sistema sanitario. Potete leggere l’articolo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 26 settembre oppure in formato Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

Convivere con il dolore cronico che dura da mesi, se non da anni, senza dare tregua: una condizione di sofferenza che accomuna circa 15 milioni di italiani; di questi, uno su tre non riceve le cure adeguate e continua a sopportarlo stoicamente. Che sia per mal di schiena, emicrania, neuropatia o artrosi, fibromialgia o altre malattie ancora, ogni persona che soffre ha diritto ad avere la «terapia del dolore».

I casi di cancro diminuiscono in Italia: un milione di persone guarite

Sono 371mila, secondo le stime presentate al Ministero della Salute, i nuovi casi di cancro diagnosticati nel nostro Paese nel 2019. Erano 373mila nel 2018: 2.000 in meno in 12 mesi. L’incidenza tende a diminuire: in particolare quella delle neoplasie del colon-retto, dello stomaco, del fegato e della prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone (che continuano, invece, ad aumentare fra le donne per la preoccupante diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta nel sesso femminile). Sale anche il cancro al seno e, in entrambi i generi, quelli del pancreas, della tiroide e i melanomi cutanei. Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone, è comunque tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale, ovvero di chi di cancro non si è amai ammalato, e può considerarsi guarito. A dare il censimento ufficiale della situazione nel nostro Paese è il volume «I numeri del cancro in Italia 2019», giunto alla nona edizione e presentato all’Auditorium del Ministero della Salute in un convegno nazionale, grazie al lavoro di AIOM, dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), di Fondazione AIOM, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP).

I tumori più frequenti in Italia nel 2019

«I dati (calcolati al netto dell’invecchiamento della popolazione) indicano che l’incidenza dei tumori è in riduzione in entrambi i generi – dice Stefania Gori, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. Il tumore della mammella si conferma il più frequente nella popolazione, in crescita soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione invitata a fare la mammografia (da 50-69 anni a 45-74): non è però un fenomeno negativo. In pratica vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato». Complessivamente in Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno: nel 2019 sono infatti state stimate 371mila diagnosi (196mila negli uomini e 175mila nelle donne). Le cinque neoplasie più frequenti sono quelle della mammella (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49mila), polmone (42.500), prostata (37mila) e vescica (29.700). Escludendo i tumori della cute (non melanomi), nei maschi prevale il tumore della prostata, seguono polmone, colon-retto, vescica e dello stomaco; tra le femmine il più frequente è il cancro al seno, seguito da colon-retto, polmone, tiroide e corpo dell’utero. 

Francia, comincia il processo per lo scandalo Mediator, il farmaco-killer

In Francia ha ucciso migliaia di persone: 1.300 è la cifra ufficiale, ma secondo le ultime perizie le vittime sarebbero 2.100. Comincia al tribunale penale di Parigi il processo per lo scandalo del Mediator – Mediaxal in Italia -, il «farmaco killer» a base di benfluorex (questo il nome della molecola) usato per 33 anni da almeno 3 milioni di francesi. In Italia, così come in altri Paesi, le cifre sono molto più basse, perché il ritiro dal mercato è avvenuto nel 2003. In Francia invece la decisione è stata presa solo nel 2010, con ampio ritardo rispetto alle altre nazioni e quando le prove a carico del medicinale (effetti tossici sul cuore) erano ormai decisamente ampie.

Lesioni delle valvole cardiache

Sul banco degli imputati i laboratori Servier (secondo gruppo farmaceutico francese) e l’Agenzia del farmaco. Il processo durerà circa 7 mesi. L’accusa rappresenta migliaia di persone che vogliono sapere come sia stato possibile che questo farmaco, usato contro l’eccesso di colesterolo e di trigliceridi (e nei pazienti con diabete di tipo 2) ma ampiamente utilizzato come «anti-fame», sia stato prescritto per decenni nonostante le denunce sulla sua pericolosità. I laboratori Servier vengono ritenuti responsabili di aver mentito sulla realtà dei fatti. Dal canto suo la difesa ribatte che prima del 2009 non erano emersi rischi appurati scientificamente. Oggi sappiamo che il farmaco è all’origine di gravi lesioni delle valvole cardiache e di ipertensione arteriosa polmonare.

Perché appena svegli dimentichiamo subito i nostri sogni?

Quando il cervello fa «pulizia»

Ma perché mai, a parte ad esempio i sogni emotivamente più intensi o strani, tutti gli altri passano così velocemente nel dimenticatoio da non lasciare più traccia? Negli ultimi anni diversi studi hanno indicato il sonno come il momento della giornata in cui il nostro cervello fa «ordine e pulizia», rimuovendo «dati» superflui e immagazzinando a lungo termine informazioni importanti. Insomma, durante i sogni il cervello dimentica attivamente le informazioni superflue e probabilmente anche il ricordo dei sogni stessi. Ma restavano da capire le modalità di questo processo. Un gruppo di scienziati giapponesi e americani ha provato a indagare, scoprendo che a cancellare il ricordo è un piccolo gruppo di cellule nell’ipotalamo, l’area neuronale deputata anche al controllo dell’appetito. La loro ricerca, per ora solo su topolini, è appena stata pubblicata sulla rivista Science.

Lo «smog» nascosto in casa, in ufficio e anche a scuola

Pubblichiamo in anteprima una parte dell’articolo pubblicato sul nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 19 settembre oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

Altro che turarci il naso quando siamo per strada e passa un autobus sbuffando schifezze. Dovremmo farlo quando entriamo in casa: è qui che siamo esposti al 95% degli inquinanti che ci finiscono nei polmoni, stando a uno studio dell’Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili (si veda a lato). Il guaio è che ancora pochi ne sono consapevoli: secondo un’indagine condotta da Toluna per conto di Dyson su un migliaio di abitanti del Nord Italia, una persona su due ritiene l’aria di casa migliore di quella esterna e solo il 14%comprende gli effetti dell’inquinamento indoor sul benessere. Lo smog per strada fa paura a due persone su tre, specialmente nelle grandi città, mentre a funghi, muffe e odori non si dà peso e fumo di sigaretta e polveri sottili sono considerati un problema solo quando si sta fuori: al chiuso ci si sente al sicuro, insomma. In realtà in case, uffici e scuole si concentrano molti inquinanti e poiché passiamo la maggior parte del nostro tempo fra quattro mura dovremmo rendercene conto.

Colesterolo, quello che bisogna sapere sui limiti «giusti»

Pubblichiamo in anteprima una parte dell’articolo pubblicato sul nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 19 settembre oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

Le linee guida

Non si vede, non si sente, ma può fare tanti danni alla salute. Il livello di colesterolo è, con pressione e glicemia, uno dei parametri da conoscere per avere un’idea del rischio di infarti e ictus e poter così intervenire per mettersi al sicuro. Ma quali sono i valori da considerare, perché è così pericoloso, come agire per ridurlo? A questo e altro rispondono le nuove linee guida dell’European Society of Cardiology e un incontro tematico dell’ultimo Festival della Scienza di Bologna, dove Maurizio Averna, responsabile del Centro Dislipidemie Genetiche del Policlinico Giaccone di Palermo, Claudio Borghi, direttore dell’unità di Medicina Interna del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, e Claudio Rapezzi, direttore dell’Unità Complessa di Cardiologia del Policlinico di S.Orsola di Bologna, hanno chiarito tutto quello che avremmo sempre voluto sapere sul colesterolo.

Pelle, occhi, malattie rare: le nuove frontiere delle cellule staminali

L’ Italia ha un primato, anzi tre. Parliamo di cellule staminali. Il primo ci riporta alla memoria Hassan, il bambino-farfalla con la pelle così fragile, proprio come le ali dell’insetto, da sfaldarsi in continuazione. Lui, siriano di origine, vive in Germania e un’équipe di medici italiani, guidati da Michele De Luca, lo ha curato, su invito dei colleghi tedeschi, nel 2015, salvandogli la vita. Primo caso al mondo. La sua malattia si chiama epidermolisi bollosa, provoca bolle cutanee che si rompono in continuazione e soltanto il trapianto di cellule staminali della pelle, geneticamente modificate per correggere il difetto causa della malattia, è riuscito a controllare. «È un intervento ancora sperimentale — precisa De Luca che dirige il Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” all’Università di Modena-Reggio Emilia e ha messo a punto la metodica — ma adesso Hassan, dopo quattro anni dall’intervento , sta bene». Il secondo e terzo fiore all’occhiello del made in Italy delle staminali riguardano, invece, terapie già approvate e disponibili per i pazienti. Una si chiama Strimvelis: è un «farmaco» (se così si può definire, ma più specificamente i tecnici parlano di «prodotto medicinale per terapie avanzate»), messo a punto e brevettato dai ricercatori dell’Istituto Telethon all’Ospedale San Raffaele di Milano, diretto da Luigi Naldini, che ha ricevuto l’approvazione dall’Ema, l’Agenzia europea per i farmaci, nel 2016. È la prima terapia che cura una rara malattia genetica, chiamata Ada-Scid (ogni anno colpisce in Europa 15 bambini): si tratta di una mancanza di difese immunitarie che lascia i piccoli in balia delle infezioni e li costringe all’isolamento. Anche in questo caso si usano staminali modificate geneticamente in modo da veicolare il gene sano. Per il terzo primato si torna a Modena. Questa volta si parla di cornea (il rivestimento esterno dell’occhio) e della possibilità di ripararla quando ha subito un’ustione chimica, non curabile con i tradizionali trapianti di cornea da cadavere. La terapia, messa a punto da De Luca in collaborazione con Graziella Pellegrini di Modena e ricercatori del San Raffaele di Milano, sfrutta staminali della cornea, senza modificazioni genetiche. Il nuovo farmaco, approvato nel 2015, si chiama Holoclar.

Melanoma e mutazioni genetiche, quando un test può salvare la vita

Una campagna e tante iniziative a Milano, Roma e Bari

«Oltre la Pelle» è un’iniziativa di sensibilizzazione di Novartis sul melanoma e sulla mutazione BRAF, dedicata alle persone che sono affette da questa patologia, ai loro familiari e rivolta anche al grande pubblico. Lo scopo della campagna è di dare voce ai bisogni dei pazienti, incoraggiandoli ad avere un ruolo attivo nel percorso diagnostico terapeutico. Per questa ragione nasce in collaborazione con alcune associazioni pazienti: Associazione Italiana Malati di Melanoma (A.i.ma.me.), Melanoma Italia Onlus (MiO), Associazione Pazienti Italia Melanoma (APAiM), Emme Rouge Onlus. E con il patrocinio di Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione IEO-CCM e di Intergruppo Melanoma Italiano (IMI). All’interno di uno spazio espositivo che sarà visitabile per tre giorni consecutivi nelle piazze di Milano (12-14 settembre, via del Burchiello/piazza Pagano), Roma (20-22 settembre, piazza San Silvestro) e Bari (4-6 ottobre, piazza della Libertà), sarà possibile approfondire il tema del melanoma attraverso un percorso informativo mirato a far conoscere meglio questa complessa patologia e i diversi stadi che la contraddistinguono. Oltre a materiali inediti e interattivi sul melanoma, sono previste rappresentazioni teatrali delle storie dei pazienti realizzate dagli attori della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e un auditorium polifunzionale, in cui verranno organizzati incontri tra oncologi, dermatologi e pazienti per facilitare uno scambio attivo di informazioni e favorire una maggiore comprensione della patologia e una migliore presa in carico del paziente rispetto al proprio percorso diagnostico terapeutico. Nel corso dei tre giorni verrà anche data la possibilità, ai visitatori, di sottoporsi a un controllo dermatologico gratuito di base, volto a familiarizzare con il primo passo verso la corretta prevenzione del melanoma.

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