Archive for June 30, 2017
L’inquinamento dell’aria uccide (anche a dosi ammesse per legge)
Morbillo: una malattia che fa (ancora) paura. I precedenti
Tumore al rene: prevenire si può (e anche sconfiggerlo)
Si può guarire
Ma quali sono i trattamenti più efficaci per combattere il tumore del rene? «Nei tumori renali la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci – sottolineano Michele Gallucci, direttore dell’Urologia all’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma e Francesco Cognetti, presidente della Fondazione “Insieme contro il Cancro” – . L’oncologo, insieme all’urologo e all’equipe multidisciplinare, decide qual è il trattamento migliore prendendo in considerazione diversi fattori. L’intervento chirurgico, conservativo quando possibile, è spesso la sola arma per raggiungere la guarigione. Un tempo la nefrectomia totale, cioè l’asportazione totale del rene, era un intervento indispensabile, oggi è programmato in casi particolari. Infatti, – continuano gli esperti – è dimostrato che la chirurgia robotica mininvasiva permette di preservare la maggior quota di rene sano senza differenze nelle possibilità di guarigione rispetto all’asportazione totale dell’organo».
Così l’olio extra-vergine di oliva protegge il cervello dall’Alzheimer
Sinapsi integre
I ricercatori hanno diviso i topi in due gruppi: uno è stato nutrito con dieta arricchita con olio extra-vergine di oliva, l’altro ha seguito un regime alimentare normale. L’olio Evo è stato introdotto nei pasti del primo gruppo quando i topi avevano 6 mesi di vita, prima che si manifestassero i sintomi dell’Alzheimer. Le differenze tra i due gruppi sono emerse successivamente: all’età di 9 mesi e un anno, i topi del gruppo-olio Evo hanno mostrato risultati significativamente migliori nei test sviluppati per valutare la memoria di lavoro (a breve termine), la memoria spaziale e le capacità di apprendimento. Inoltre, l’analisi dei tessuti cerebrali nei due gruppi animali ha rivelato profonde differenze nell’aspetto e funzionalità delle cellule nervose. «Una delle caratteristiche che ci ha colpiti di più è stata l’integrità delle sinapsi», ovvero le connessioni tra i neuroni, nel gruppo dei topi nutriti con dose extra di olio Evo, spiega Domenico Praticò.
21 giugno, la Giornata mondiale Sla Brindisi per un mondo senza malattia
Scompenso cardiaco, quando il cuore va in affanno: conoscerlo e prevenirlo
L’insufficienza cardiaca
Eppure pochi sanno che cosa sia l’insufficienza cardiaca (l’altro modo di chiamare lo scompenso), perché? «Lo scompenso cardiaco compare in genere da anziani, quando è facile sottovalutarne i sintomi — risponde Alessandro Boccanelli, presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica —. La fiacca, l’affanno frequente, la riduzione della tolleranza allo sforzo sono disagi poco specifici, comuni ad altre malattie, e non arrivano da un momento all’altro: così molti li imputano solo all’età che avanza, invece in qualche caso possono essere segni di un cuore affaticato, che non riesce più a pompare bene il sangue». Spesso alla base del problema ci sono valvole cardiache non più perfettamente funzionanti a causa dell’età; sono poi elementi di rischio altre patologie come la fibrillazione atriale, l’aritmia più diffusa, ma anche l’aterosclerosi, l’ipertensione o gli esiti di un infarto, come sottolinea Francesco Fedele, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, che ha contribuito a organizzare le recenti Giornate Europee dello scompenso cardiaco per far conoscere la malattia agli italiani: «Siamo diventati sempre più bravi a curare l’infarto, tantissimi pazienti sopravvivono e purtroppo spesso si crede che superato l’evento acuto si sia risolto tutto; a volte però non è così e si sviluppa una disfunzione del ventricolo sinistro (quello che spinge il sangue nell’aorta e da lì in tutto il corpo, ndr) e quindi un’insufficienza cardiaca, che con l’aumento dell’aspettativa di vita si avvia a diventare una delle epidemie di questo secolo».