No alla solitudine
Se infatti l’influsso positivo sul benessere personale dato dalla compagnia altrui (dai compagni di sport e attività di svago, ai vicini di casa, passando per amici, coniugi, figli e nipoti) è molto alto dall’infanzia in poi, ora un nuovo studio canadese si spinge oltre e dimostra come nella terza età l’influenza del rapporto stretto con i familiari sia positiva per la salute in vecchiaia, dopo aver smesso di lavorare. Basterebbe averne almeno tre vicini e poterli vedere frequentemente, restando con loro in contatto fisico ed emotivo, con una telefonata, un pranzo o una passeggiata insieme, per garantirsi una vita più lunga.